Percorsi pedonali

Di seguito sono indicati una serie di percorsi pedonali per raggiungere le frazioni di Mandello del Lario dalla stazione ferroviaria. Si tratta di itinerari molto semplici, della durata di circa trenta minuti.

Mandello del Lario - Somana

Lasciando alle spalle la stazione ferroviaria, si scende a destra e si attraversa il sottopassaggio ferroviario.
Si prosegue diritto attraversando via Parodi e si segue via Eritrea fino a piazza della Vittoria dove sorge l’antica chiesa di S. Zeno. Si prosegue per via S. Zenone (contrada Motteno), via Dante, piazza IV Novembre (contrada Molina) e, dopo aver attraversato il ponte sul fiume Meria, si sale per la stretta via Colombo che porta in piazza della Fontana.
Percorrendo la contrada Palanzo si incrocia via dei Partigiani di fronte ad una antica mulattiera a gradini (strada del Sasso) che porta a Somana, alla chiesa di S. Abbondio. 
 
 

Mandello del Lario - S.Giorgio - Maggiana

Dalla stazione si costeggia la strada provinciale in direzione Lecco sino ad uno slargo in corrispondenza del Centro Sportivo.
Si imbocca a sinistra una ripida strada selciata sino alla chiesetta di S. Giorgio, piccolo gioiello del Duecento a picco sul lago, con interessanti affreschi del XV secolo; da lì sale a sinistra per un sentiero fra i giardini seguendo l’indicazione “Sentiero del Viandante” sino ad incrociare la superstrada 36, che si attraversa su un cavalcavia.
Dopo il ponte si svolta subito a sinistra e, dopo 20 metri, a destra, su un sentiero che conduce al cimitero di Maggiana, dove si esce sulla strada asfaltata. A sinistra si scende verso il nucleo di Maggiana e la piazza della Chiesa.

Mandello del Lario - Rongio

Arrivati in contrada di Molina (vedi percorso per Somana), non si attraversa il ponte sul Meria, ma si imbocca, a destra, la strada per Luzzeno, all’inizio larga ed asfaltata, poi larga mulattiera acciottolata.
A Luzzeno si incrocia la strada asfaltata per Rongio, la si percorre fino al primo tornante, dove si prende a sinistra la vecchia mulattiera che conduce alla piazza di Rongio (Chiesa di S. Antonio).

L'anello di Olcio

L'Anello di Olcio è un sentiero circolare che attraversa l'abitato storico di Olcio, frazione del Comune di Mandello del Lario, e si snoda in un ambiente rurale caratteristico ed intatto, sviluppato su terrazzamenti perlopiù coltivati a olivi e ortaggi; il sentiero presenta diversi punti panoramici, con vista sul ramo lecchese del Lario e sulle montagne circostanti.
Il percorso è contrassegnato da bolli dei colori propri dell'antico Comune di Olcio: ciascuno di essi è posizionato in prossimità di un punto di interesse ambientale, culturale, paesaggistico e, tramite un codice QR, rimanda ad una pagina del sito web con le relative informazioni.
Anello di Olcio - Mandello
Lunghezza
: 4,4 km
Dislivello totale: 260-290 metri.
Informazioni: si veda il sito web
Partendo dal parcheggio a lago, si attraversa la strada e si imbocca una breve mulattiera che svolta a destra superando un orto; passando sotto il ponte della ferrovia si raggiunge e si supera la stazione ferroviaria (altro possibile punto di partenza) dirigendosi verso l’abitato di Olcio, che si attraversa.
In fondo al paese si incontra una mulattiera che sale dapprima tra prati e poi alla destra di un oliveto, a metà del quale si svolta a destra e si imbocca una stradina tra muri; in fondo la stradina si gira a sinistra.
Da qui ci si dirige quindi verso il basso fino ad arrivare ad un ampio punto belvedere per imboccare un sentiero nel bosco il quale, poco dopo, si apre con ampio panorama sui prati di Olcio. Si scende quindi al paese, attraversandolo con un percorso leggermente diverso per raggiungere il punto di partenza.
La maggior parte del sentiero è su strada acciottolata; alcuni brevi pezzi sono nel bosco e nei prati, motivo per cui si consigliano scarpe adatte, da ginnastica o da trekking leggero.

Otto passi per Mandello del Lario

Di seguito vengono presentati otto itinerari che permettono di effettuare alcune semplici e brevi escursioni nei dintorni di Mandello del Lario; si tratta di percorsi abbastanza facili, adatti a tutti, su sentieri larghi, ben tenuti e senza forti pendenze.

Somana - Olcio

Belvedere sul Lago di Como
In generale: tracciato facile, panoramico. Per metà su strade urbane, poco trafficate
Tempo totale: circa 3 ore.
Difficoltà: percorso facile, per tutti.
Pendenze: massimo dislivello circa 100 mt.
Fondo: strade urbane e comodi sentieri.
Punti di ristoro:
- Frazione di Somana: bar.
- Frazione di Olcio, in zona a lago: bar gelateria.
- Mandello del Lario: bar sul percorso.
Attrezzatura: Scarpe comode da passeggio con suole antiscivolo.
Raggiunta la piazza della chiesa in frazione Somana, si prosegue in salita verso il cimitero.
Oltrepassato il parcheggio antistante, dopo pochi metri, in prossimità di una cappella, si incontra a sinistra la deviazione per la frazione di Olcio (segnavia CAI n.15).
Inizia ora uno stretto sentiero che, scendendo a gradini tra prati coltivati, perde velocemente quota e si trasforma più avanti in una larga e ben lastricata mulattiera con belle vedute sul Lago di Como fino alla punta di Bellagio.
Si attraversano terrazzamenti coltivati a olivi e viti e si raggiungono le prime case della frazione di Olcio, tutta stretta fra lago e monti con le sue tipiche viuzze. Tenendo la sinistra, si imbocca Via per Somana che conduce alla bella Chiesa di S. Rocco.
Si scende la piccola scalinata e si percorre la strada asfaltata, praticamente senza traffico, che conduce alla strada provinciale 72, in prossimità di un’antica cappelletta dell’Immacolata.
Si prosegue per Via Gioberti che corre alta parallela alla provinciale e che permette di raggiungere, senza i pericoli del traffico automobilistico, lo stabilimento della "Gilardoni raggi X".
Voltando a destra e transitando davanti all’ingresso della ditta, si arriva al lago e lo si costeggia lungo una stradina sterrata pedonale.
Oltrepassata la zona campeggio, si arriva al rione dei Mulini e quindi al campo sportivo.
Superato il ponte sul torrente Meria, si svolta a sinistra in via Maestri Comacini, raggiungendo la Chiesa della Madonna del Fiume, a ricordo del ritrovamento di un pezzo di muro intatto con l’immagine della Madonna e del Bambino, resto di una cappella travolta dallo straripamento del Meria.
Da qui, in breve, si torna alla stazione ferroviaria.

Somana - Acqua del Gess

Panorama su Mandello del Lario, frazione di Olcio, Lierna, centro Lago di Como e monti di Tremezzo
In generale: tracciato facile, adatto a tutti, ben segnalato, senza forti pendenze, percorribile in tutte le stagioni, ombreggiato durante l’estate.
Tempo totale: circa 3 ore.
Difficoltà: percorso facile, per tutti.
Pendenze: massimo dislivello in salita: 100 m. Non presenta forti salite.
Fondo: sempre buono. Parte iniziale su strada asfaltata. Percorso rimanente su mulattiera acciottolata e su comodi sentieri.
Punti di ristoro:
- Frazione di Somana: bar.
- Piano di Vicc (sorgente), 1 ora dalla Frazione di Somana.
- Acqua del Gess (sorgente), 1.45 ore dalla Frazione di Somana.
Attrezzatura: Scarpe comode con suola di gomma. Zainetto o borsa grande con borraccia. Pullover o giacca a vento secondo la stagione.
Raggiunta la Chiesa della Frazione di Somana, si prosegue per il cimitero e quindi per la località Poada. Si segue il segnavia CAI N.17 C- Acqua del Gesso - Bocchetta di Verdascia.
Al primo bivio si prende a destra (segno rosso su muro a secco) e, continuando a salire, si segue il tubo dell’acqua proveniente dalla «Fonte del Gess» fino ad incontrare una croce in memoria di un caduto in montagna.
Subito dopo si salgono delle scalette con parapetto: questo è un bel punto panoramico su Mandello del Lario, Frazione di Olcio e il Lago di Como; la vegetazione è molto varia.
Si entra poi in un bosco di castagni, lasciando la condotta che prosegue in terreno privato e seguendo i bollini rossi dipinti sui sassi (via Mister) si esce in un pianoro con cascinale da cui si gode uno splendido panorama di Lierna, del centro lago e, di fronte, dei monti di Tremezzo.
Sempre seguendo il segnavia 17C si giunge al «Pian di Vecc», agglomerato di caselli dove si trovano la cappelletta della «Madonna del Gess» ed una sorgente d’acqua a fil di terra.
Imboccando il sentiero che sale a destra della cappelletta in pochi minuti si giunge alla sorgente «Acqua del Gess» (bollini rossi sui sassi – 530 mt. s.l.m.).
Al ritorno si ripete la strada fino alla cappelletta dove, invece di girare a sinistra, si tiene la destra fino ad incontrare un altro sentiero che conduce a Lierna.
Si prende allora a sinistra e si scende alla cappelletta dei Saioli (del 1919 – dedicata alla vittoria). A sinistra si segue il Sentiero del Viandante in direzione della Frazione di Somana (segnavia 17C).
Da qui si prende di nuovo la strada asfaltata per la Frazione di Somana e Mandello del Lario.

Somana - Santa Maria (Era e Gardata)

Via medievale per la Valsassina
In generale: tracciato in gran parte in salita e su mulattiera a gradini comodi e ben tenuti. Percorribile in tutte le stagioni. Vista sulla Val Meria, sulla traversata alta dalla Grigna settentrionale alla Grigna meridionale e sul rifugio Rosalba.
Tempo totale: circa 3 ore (a S. Maria).
Difficoltà: percorso facile, di medio impegno.
Pendenze: massimo dislivello circa 100 mt. Totalmente in salita.
Fondo: strade urbane e mulattiere ben tenute.
Punti di ristoro:
- Frazione di Somana: bar.
- Era: fonte.
Attrezzatura: Scarpe comode con suole antiscivolo (tipo da mezza montagna), zainetto e borraccia.
Indumenti: secondo la stagione.
Raggiunta la piazza della Frazione di Somana si sale a sinistra seguendo il segnavia CAI N°15 per Santa Maria.
All’uscita dal paese inizia una bella mulattiera a gradoni, lungo la quale si incontrano le croci delle stazioni della Via Crucis. Si giunge alla Cappella di S. Preda, a circa 600 mt. di altitudine, recentemente restaurata, che sorge su un piccolo pianoro da cui si possono ammirare la Grigna e la Grignetta con il rifugio Rosalba.
Il sentiero diventa più stretto ma sempre agevole e, dopo un breve tratto pianeggiante, si inerpica verso S. Maria di Olcio (mt. 664 s.m.), posta in splendida posizione dominante la Val Meria e Mandello del Lario.
Antichissimo ospizio dei Benedettini, assai fiorente già nell’undicesimo secolo, fungeva da posto di ristoro sulla principale via di comunicazione tra Mandello del Lario, sede della Pretura Giudiziaria, e la Valsassina. La Chiesa venne ristrutturata nel 1600, ma conserva ancora un bel campanile romanico.
Il punto di ristoro è stato distrutto nell’incendio dell’aprile 1997.
Si ritorna per lo stesso itinerario dell’andata.
Volendo, si può proseguire sul sentiero, che diventa un po’ più impegnativo ed alterna tratti ripidi a tratti pianeggianti, fino ad arrivare, dopo circa un’ora, all’Alpe di Era, situata in una ridente conca.
All’inizio dell’alpeggio è stata edificata una chiesetta; poco oltre, sulla destra, si trova una fonte.
Il ritorno si può effettuare per la stessa via oppure proseguendo per la Gardata (seguire i segnavia CAI) e quindi, seguendo l’itinerario 5, si scende alla Frazione di Rongio e di nuovo a Mandello del Lario.
Possibilità di escursioni riservate a persone allenate ed esperte seguendo sentieri ben segnalati dal CAI che si incontrano nella salita.

Somana - Torrente Meria - Rongio

Lungo gli impianti delle prese d’acqua
In generale: tracciato facile, senza forti pendenze, percorribile in tutte le stagioni, ombreggiato. In parte segue le condotte idriche della centrale elettrica, ora ENEL, della Val Meria
Tempo totale: circa 3 ore.
Difficoltà: percorso facile, per tutti.
Pendenze: massimo dislivello circa 200 mt. Non presenta forti salite
Fondo: parte iniziale su strada urbana; percorso rimanente su comodi sentieri.
Punti di ristoro:
- Frazione di Somana: bar.
- prima dell’attraversamento del torrente Meria: fonte di acqua potabile.
- Frazione di Rongio: bar-gelateria.
Attrezzatura: Scarpe comode con suole in gomma antiscivolo, tipo da mezza montagna. Zainetto e borraccia. 
Indumenti: secondo la stagione.
Raggiunta la piazza della Frazione di Somana, si segue l’indicazione “Sentiero del fiume” N.15 B e si imbocca la bella strada pianeggiante che si addentra nella valle del torrente Meria.
Dopo circa 30 minuti di cammino si segue l’indicazione “Rongio – Mandello” N.15 C.
Dopo pochi metri si prende il sentiero che scende a destra verso un ponticello (ponte «Stiri») che permette di attraversare il torrente in un punto particolarmente suggestivo.
Si risale quindi per pochi metri sul versante della Frazione di Rongio per raggiungere il canale coperto di cemento che alimenta una piccola centrale elettrica.
A questo punto verso sinistra, a monte, si trovano gli impianti per le prese d’acqua. Il nostro itinerario prosegue invece verso destra: si cammina sul canale fino a raggiungere una costruzione in muratura da cui parte, verso valle, la condotta forzata della centrale. Qui il canale finisce e inizia a sinistra un sentiero che si inoltra nel bosco.
In pochi minuti si raggiunge la mulattiera che porta alla Frazione di Rongio e quindi si ridiscende a Mandello del Lario.

Rongio - Ponte di ferro - Grotte Acqua Bianca

Presunto itinerario leonardesco
In generale: tracciato facile, adatto a tutti. In gran parte su una larga carrareccia quasi pianeggiante con la parte terminale su mulattiera a gradini. Ombreggiato. Percorribile in tutte le stagioni.
Tempo totale: circa 3 ore.
Difficoltà: percorso facile, per tutti.
Pendenze: massimo dislivello circa 300 mt. Salite di media difficoltà.
Fondo: strade urbane, carrarecce e mulattiere ben tenute.
Punti di ristoro:
- Frazione di Rongio: bar-gelateria.
- Fonte Acqua del sassin.
- Fonte Acqua Bianca  alla gotta Ferrera.
Attrezzatura: scarpe comode, con suole antiscivolo, tipo da mezza montagna.
Indumenti: secondo la stagione.
Raggiunta la Frazione di Rongio, si imbocca una comoda carrareccia seguendo il segnavia CAI N.14 per il rifugio Elisa.
Dopo circa un quarto d’ora si arriva alla fonte del “Sassin” e dopo altri quindici minuti circa si giunge al “Ponte di ferro”, incassato tra due pareti rocciose, sotto il quale si possono ammirare le cosiddette “marmitte dei giganti” scavate dalla forza d’erosione dell’acqua.
Inizia la salita dei “200 gradini”, citati da Leonardo nel Codice Atlantico, che portano alla Grotta dell’Acqua Bianca o “Ferrera” (la “busa di verso il lago”).
Si ritorna per lo stesso itinerario oppure, per chi volesse proseguire, è possibile collegarsi all’itinerario 3.
A sinistra della grotta inizia un tratto di mulattiera spettacolare che supera un forte dislivello grazie ad una serie di muri a secco di sostegno.
Si raggiunge cosi, dopo circa 45 minuti di salita, la località Gardata, ottimo punto panoramico di sosta.
Da qui si può ritornare per la stessa strada dell’andata o seguire l’itinerario 3 a ritroso.

Rongio - Zucco della Rocca - Maggiana

Ruderi di cisterna romana
In generale: tracciato ripido. Richiede un buon allenamento. Percorribile in tutte le stagioni. Particolare attenzione al tratto di sentiero 12A che porta alla cisterna.
Tempo totale: circa 4 ore.
Difficoltà: percorso impegnativo, con alcuni tratti impervi.
Pendenze: massimo dislivello circa 600 mt.
Fondo: mulattiere e sentieri stretti.
Punti di ristoro:
- Frazione di Rongio: bar-gelateria.
- Frazione di Maggiana: fontana in Piazza della Chiesa.
Attrezzatura: Scarpe comode con suole antiscivolo tipo da mezza montagna. Zainetto e borraccia. Indumenti: secondo la stagione.
Raggiunta la Frazione di Rongio, si imbocca la mulattiera in salita lasciando sulla destra la “Casa Torre dei Lafranconi"  seguendo l’indicazione “Piani Resinelli” – sentiero n° 12.
Per il primo tratto il sentiero è in forte salita ma agevole e si inoltra in un folto bosco, dal quale però si intravede a tratti il panorama su Mandello del Lario, la Frazione di Somana e lo Zucco di Sileggio.
Proseguendo il sentiero si fa più stretto e diventa a tratti quasi pianeggiante, poi riprende a salire. Si incontra ad un certo punto la deviazione a destra verso la Frazione di Maggiana (sempre sentiero 12) in località “Tri Foo”.
Si prosegue nella salita e si arriva in circa 15 minuti alla Costa della Rocca.
Prendendo il sentiero 12A, stretto ed impervio, ma breve, si arriva allo Zucco della Rocca dove, a pochi metri dal culmine, si trovano i resti ben conservati di una cisterna di origine romana.
Si può ammirare il panorama della costa sottostante da Mandello del Lario ad Abbadia Lariana e dell’altra sponda del lago.

San Giorgio - Maggiana - Rongio

In generale: itinerario con salite di media difficoltà e tratti su sentiero stretto e sconnesso, soprattutto nel primo tratto Maggiana – Rongio. Percorribile in tutte le stagioni. Parzialmente ombreggiato.
Tempo totale: circa 2 ore.
Difficoltà: percorso abbastanza facile.
Pendenze: massimo dislivello circa 200 mt. Presenta salite di media difficoltà.
Fondo: strade urbane, mulattiere, sentieri anche stretti.
Punti di ristoro:
- Frazione di Maggiana: fontana in Piazza della Chiesa
- Frazione di Rongio: bar-gelateria e fonte del lavatoio.
Attrezzatura: Scarpe comode, con suole antiscivolo, tipo da mezza montagna. Zainetto e borraccia. Indumenti: secondo la stagione.
Si raggiunge la Frazione di Maggiana, che merita una visita per ammirare la "Torre del Barbarossa", le vecchie case in sasso e per godere una bellissima vista di Mandello del Lario e dei paesi della sponda opposta del lago.
Si continua sul Sentiero del Viandante che, appena fuori dal nucleo abitato, si inerpica a destra verso Rongio: inizia il tratto meno facile su un sentierino stretto e dal fondo sconnesso che si inoltra in un fitto bosco di castagni, noccioli e querce fino ad arrivare a dei terrazzamenti coltivati all’ingresso della Frazione di Rongio, a lato della Chiesa di S. Giacomo.
La chiesetta secentesca (interno classicheggiante con altare barocco in marmo) chiude una bella piazza con fabbricati antichi e lavatoio in pietra del 1798.
Percorrendo la contrada dei Ronchi si può osservare a sinistra una rara raffigurazione popolare di S. Abbondio a cavallo, dipinta sotto l’androne di un edificio cinquecentesco.
Si arriva così alla piazzetta dove sorge l’oratorio dedicato, nel 1654, a S. Antonio da Padova.
Dalla Frazione di Rongio, per un’antica mulattiera, si ridiscende a Mandello del Lario.

San Giorgio - Maggiana - Cascata del Torrente Zerbo

La cascata più alta del gruppo delle Grigne
In generale: percorso facile, per la maggior parte su mulattiere e carrarecce ben tenute. L’itinerario si estende nel comune di Abbadia Lariana. La principale segnaletica è quella dell’Alta Via delle Grigne (AV): rettangolo rosso con cerchio azzurro al centro.
Tempo totale: circa 3 ore.
Difficoltà: percorso facile, per tutti.
Pendenze: massimo dislivello circa 300 mt. Presenta salite di media difficoltà.
Fondo: carrarecce e mulattiere ben tenute.
Punti di ristoro:
- Frazione di Somana: bar.
- Frazione di Olcio, zona a lago: bar gelateria.
- Mandello del Lario: bar sul percorso.
Attrezzatura: scarpe comode, con suole antiscivolo. Zainetto e borraccia.
Indumenti: secondo la stagione e giacca a vento.
Raggiunta la Piazza della Chiesa di Maggiana, si imbocca la stradina sulla destra, la si segue per poche decine di metri quindi si imbocca a sinistra la larga mulattiera (Alta Via) che sale verso l’abitato di Lombrino (via Benvenuto).
Si attraversa parte del paese, poi si prosegue lungo una stradina pianeggiante che si apre sulla destra, evidenziata dal segnavia n. 5, dove si trova la cappelletta dedicata alla Madonna “Madre di Grazie”.
Si supera una piazzetta con un lavatoio e, poco oltre, in corrispondenza di una casa con una fontana, si lascia la mulattiera n. 5 che sale ai Piani dei Resinelli e si continua verso destra (Alta Via), girando dietro la casa.
Il sentiero si mantiene pianeggiante e attraversa vari poggi ridenti, in direzione di Lecco, con belle viste sul lago e sui prospicienti Corni di Canzo e Moregallo.
Si entra nel bel castagneto di Perla, si incrocia la mulattiera che sale da Linzanico (frazione di Abbadia Lariana) e, dopo una breve salita, si imbocca la Val Monastero.
Superato Caleggio, baita con fonte e vasca abbeveratoio, si sale per circa 300 m e all’inizio del piano, sulla destra sotto la strada, si può vedere “l’Acqua de la Famm” un tempo meta di pic-nic.
Si giunge così al ponte in muratura sul torrente Zerbo. Al ponte, utilizzato come riferimento, si lascia l’Alta Via, si retrocede di una trentina di metri fino al primo bivio, ove si prende, verso monte, per un sentiero non segnalato che sale ripido e quasi parallelo al torrente. Lo si segue per pochi minuti per imboccare poi un sentierino che si apre sulla destra e che attraversa verso il letto del torrente raggiungendolo proprio in corrispondenza della cascata.
Con il suo salto di circa 50 metri, questa è la cascata più alta del Gruppo delle Grigne ed è particolarmente suggestiva.
In inverni molto freddi è possibile vederla interamente trasformata in una leggiadra colata di ghiaccio.
Al ritorno si ripete il percorso dell’andata fino all’inizio di Perla, prendendo poi a sinistra il sentiero che porta a Linzanico, metà a gradini e metà acciottolato. Si sbocca nella piazzetta dove sorge l’ex municipio di Linzanico, con il vecchio lavatoio.
Si prosegue nella Contrada della Fontana attraversando Linzanico, fino ad un quadrivio con vecchie indicazioni stradali incise su colonne di granito. Si prosegue diritto in direzione Mandello del Lario fino al sottopasso della super strada (SS.36).
Si ritorna così a S. Giorgio.